Nei giorni scorsi si parlava dei carichi di lavoro e dell'intensità a cui a cui si sottopongono gli atleti agonisti, quando mi sono sentito dire: "Ma ne deve valere la pena. Ha un senso per chi deve gareggiare per una Olimpiade o un Mondiale, a 22-23-24 anni, non per altri".
Questa interpretazione uccide lo sport stesso ed il senso che questo assume.
Lo sport è quindi solo per chi abbia la possibilità di andare alle Olimpiadi o primeggiare ad un Mondiale? Io credo che sia la base dello sport che permette di creare una nobiltà che sia in grado di competere ai massimi livelli.
Che significa "ne deve vale la pena"? Vale la pena allenarsi con impegno, per potersi esprimere al meglio delle proprie potenzialità, in una qualsiasi competizione. Io la vedo così. Chi poi preferisce giocarsela con gli strumenti che ha, lo faccia pure, Ci sono gare e prove differenti, come ci sono prove differenti da affrontare nella vita.
Quanti, per parlare dello sport che facciamo, sanno, già prima di fare una gara di altissimo livello, che sarebbe una impresa già solo fare podio. Figuriamoci vincere. Parlo degli atleti italiani, fortissimi, che molti conoscono personalmente.
Sono forse matti o stupidi i giovanissimi che si allenano tutti i giorni? Li vediamo, i giovani talenti, lottare e vincere a 18-19 anni. Ma per quanti vale davvero la pena di andare avanti? Forse per nessuno. Ma non è questo il senso del loro impegno e della loro dedizione giornaliera. Il senso è superiore e va ben oltre tutto ciò.
Poi, nessuno escluderà mai o denigrerà chi intenda allenarsi 2-3 volte a settimana.
Ma che dire di Bundu, che, a 40 anni, dopo una attesa lunga 15 anni, ha avuto l'opportunità di battersi per il titolo mondiale di boxe? E' solo un nome su tutti.
La persona nell'immagine è Helvecio Penna, un lottatore che il pubblico ha conosciuto quando già aveva 45 anni. Dopo 8 minuti di lotta con Xande Ribeiro (uno dei migliori di sempre nel Jiu Jitsu), nel Mondiale che quest'ultimo vinse, era ancora 0-0. Ancora oggi, a 54 anni, lotta tra gli Adulti.
Se avesse dovuto pensare "ma ne vale la pena?" avrebbe smesso, come spesso accade, verso i 35 anni, se non prima. Oggi è un uomo che si è guadagnato rispetto ed affetto da parte di tutta la comunità del Jiu Jitsu.
E quei ragazzi che lottano, boxano, fanno MMA o qualsiasi sport da combattimento, ma anche ciclismo, corsa, ginnastica, ecc, a fronte di un pensiero del genere, come dovrebbero porsi?
Nello sport e nella vita, vale la pena di fare qualsiasi sforzo per migliorarsi, per alzare la propria asticella e superarla. Perché questa è la caratteristica dei vincenti e di chi fa di tutto per venire fuori.
Altrimenti non vale la pena studiare, tanto non ci daranno mai un Nobel, tanto vale rinunciare al lavoro, tanto non riusciremo quasi mai ad essere pagati per quanto facciamo.
Vincono e vinceranno, se non fisicamente, almeno spiritualmente e moralmente, coloro che hanno continuato ancora ed ancora, quando tutti (ma non loro stessi) pensavano che non ne valesse la pena.
Sono coloro che con coraggio e carattere, da atleti e uomini, hanno saputo andare avanti. Sono loro che, alla fine, hanno scritto la storia, dello sport, e non solo.
Non ne vale la pena, molto spesso e purtroppo, lo dice chi sa che non ce la farà mai, quando magari, fino al giorno prima, pensava di potercela fare.
Ma così è troppo facile.