“L’arma vincente del personal trainer è la  
personalizzazione dell’allenamento tramite rigorosa applicazione della 
scienza”. 
Frase ovvia,  vero? Peccato che spesso sono proprio le cose ovvie a sfuggirci.
Il personal trainer non  può assolutamente permettersi di dare ad un assistito 
 la stessa scheda stilata per un altro, sarebbe  una notevole perdita di immagine, senza poi parlare della sicura perdita del  cliente. 
Senza  addentrarci troppo nella teoria, cerchiamo di andare 
direttamente al sodo,  spiegando come un personal trainer stila un 
programma di allenamento su misura  ad una persona la cui finalità è, ad
 esempio, l’
incremento della massa  muscolare.
Allenamento personalizzato: punto uno
Quante serie e ripetizioni dobbiamo assegnare
   ?
  
Senza le solite teorie /  chiacchiere da bar, prendiamo la scienza ed applichiamola.
La scienza dei SET (per gruppo  muscolare).
La scienza delle 
ripetizioni.
Quindi parliamo, in media, di due esercizi da tre serie per gruppo  
muscolare, con un carico che permetta di eseguire all’incirca 8 – 12  
ripetizioni. 
   Siamo ovviamente consapevoli del  fatto che un programma che si 
rispetti non è altro che un anello di una lunga catena  rappresentata 
dalla 
periodizzazione;
 quindi, bisogna variare durante l’anno serie  e ripetizioni.   Niente 
15 – 20  serie, come siamo abituati a vedere, e la scienza, non 
contraddicendosi mai, ci  conduce al 2 punto.
Allenamento personalizzato: punto due
Quanto tempo allenarsi
 
L’allenamento contro  resistenza induce l’innalzamento del 
testosterone, ormone responsabile  dell’incremento della massa muscolare. 
   Dopo circa un'ora di training la produzione di questo ormone cala, dando spazio alla  secrezione del 
cortisolo, detto anche ormone dello stress. Quest’ultimo è  l’acerrimo nemico della performance e dell’incremento della 
massa magra,
 ed è  inversamente proporzionale alla produzione dello stesso 
testosterone.
   Quindi, protrarre  un allenamento per più di un'ora equivale a dire 
calo del testosterone ed  innalzamento del cortisolo; detto in altre 
parole: allenamento  improduttivo.     
Allenamento personalizzato: punto tre
Quanto recupero tra una serie e l’altra
Il 
tempo di  recupero
 tra una serie e l’altra, necessario all’incremento della massa  
muscolare, varia dai 60”  ai 90”, perché  tale intervallo di tempo non 
permette una completa rigenerazione dell’ATP  (energia necessaria alla 
contrazione). In tale situazione, l’organismo - tramite  un processo 
chiamato 
supercompensazione - è costretto, al fine di aumentare i  trasporti, a stimolare la crescita muscolare. 
Tempi di  recupero superiori (3’  – 5’)  inducono una maggiore 
ricarica dell’adenosintrifosfato e sono particolarmente  adatti agli 
allenamenti di forza.
   
     | Secondi di recupero   | 
     Percentuale di ATP rigenerata | 
   
     | 30” | 
     50 % | 
   
     | 60” (1 minuto) | 
     75 % | 
   
     | 90” | 
     87.50 % | 
   
     | 120” (2 minuti) | 
     93.75 % | 
   
     | 180” (3 minuti) | 
     98.44 % | 
   
     | 240” (4 minuti) | 
     99.61 % | 
   
Allenamento personalizzato: punto quattro
Quanti giorni a settimana? 2 – 3 – 4?
Per rispondere a  questa domanda devo introdurre il discorso BIA (
bioimpedenza).
 Quest’ultimo è  un attrezzo che - tramite la misurazione dell’acqua 
corporea - ci permette di  capire, con certezza, che volume di lavoro il
 nostro allenato è in grado di  sostenere.
Senza mezzi  termini possiamo vedere se stilare un programma di 
allenamento su 1 o 4 sedute a  settimana; niente di generalizzato, tutto
 esageratamente preciso.
Allenamento personalizzato: punto cinque
Scelta degli esercizi
Visto che  dobbiamo scegliere 2 esercizi per gruppo muscolare e 
visto che bisogna concludere  tutto in un'ora, dobbiamo essere molto 
scrupolosi. 
   Sicuramente  toglierei un po’ tutte le 
macchine, che dal punto di vista commerciale fanno  tanto, ma dal punto di vista biomeccanico sono spesso deleterie. 
Sceglierei  
esercizi multiarticolari che permettano di sollevare notevoli carichi senza predisporre il corpo nel medio - lungo termine ad 
alterazioni posturali.
   Ma prima di  tutto ciò, dobbiamo verificare le libertà articolari ed 
eventuali tensioni  muscolari, per vedere se un dato esercizio è adatto o
 meno al nostro assistito.
Ad esempio:
verificare la  rigidità tibio – tarsica e lombare è indispensabile per valutare l’inserimento  del Re degli esercizi “lo Squat”;
verificare la  capacità di allungamento dei vari muscoli per valutare il R.O.M. di movimento  da far eseguire durante l’esercizio;
valutare la  presenza di alterazioni della colonna vertebrale: come ipercifosi, iperlordosi, scoliosi e altro.
Ricordiamoci,  sempre, che dobbiamo essere noi personal trainer a
 decidere cosa è meglio per il nostro  assistito e non lui. Ovvero, se 
viene il classico signore che vuole un petto  d’acciaio ma ha una 
notevole ipercifosi, con conseguente anteriorizzazione delle  spalle, 
farlo lavorare con esercizi per il petto sarebbe un massacro se prima  
non gli restituiamo, almeno parzialmente, una certa armonia.