domenica 8 giugno 2014

Le MMA in Italia? Poche righe di riflessione


Io ritengo, da sempre, le MMA uno sport dilettantistico, trattato come professionistico.
Ci sono ragazzi che esordiscono anche senza alcuna base di combattimento, direttamente con regolamenti professionistici, magari prendendo rimborsi da 50 euro, all'interno di serate con maxi-schermi, una mezza dozzina di ring girls ed effetti speciali a go-go.
Di fatto, almeno in Italia, non esiste alcuna attività dilettantistica, se non con frequenza sporadica ed in maniera spesso molto lontana da ciò che poi, chi vorrà passare "pro", dovrà trovarsi ad affrontare.
Tornando all'argomento "principe", credo che, purtroppo, non vi sia alternativa alle "borse" attuali, vista l'assenza di sponsor, di interesse mediatico e la presenza di una certa ignoranza in materia.
Si potrebbe ovviare organizzando eventi meno costosi, senza la necessità di un corollario di luci, schermi, ballerine e fumi che alzano i costi ed abbassano la possibilità, da parte degli atleti, di avere rimborsi più adeguati. Finché una ring girl (con tutto il rispetto), avrà un compenso superiore a quella di un fighter che rischia di finire all'ospedale, qualcosa non torna nello sviluppo dello sport e nella promozione di chi combatte.
In definitiva, e MMA stanno ancora attraversando un "mare magnum", fatto di approssimazione, di mancanza di atleti che generino un grosso interesse mediatico e di ignoranza.
Per i più giovani,la possibilità di provarci, con mezzi sicuramente superiori, ma avendo ben fermo in testa che per emergere,oggi più di ieri, sarà indispensabile affrontare l'avventura con testa da atleti, allenandosi forte e credendoci, almeno per se stessi.

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