Praticare Jiu Jitsu, ovvero fare un'Arte Marziale ed una disciplina sportiva, che continua, ormai da diversi anni, a diffondersi ovunque, in Italia e nel Mondo.
Il Jiu Jitsu è a metà strada tra l'Arte Marziale, di cui conserva alcuni rituali (le cinture, ad esempio) e lo Sport da Combattimento (come disciplina sportiva, che prevede competizioni).
Ma la grande diversità consiste nel gestire entrambe le sue connotazioni, in maniera moderna ed indipendente.
Per molti questo è uno "stile di vita", prima ancora che uno sport. Il praticante "vero", a torto o a ragione, si identifica in ciò che fa, a 360°. Dall'abbigliamento, fino al look.
Di nuovo, a torto o a ragione, chi fa Jiu Jitsu, sceglie un "kimono" che lo rappresenti nel migliore dei modi. Sceglie una rash guard che vada oltre il semplice indumento per lottare.
Sono questi aspetti che potrebbero indurre al pensiero di qualcosa di frivolo, ma che in realtà, sia pure attraverso un marketing senza dubbio forte e coinvolgente, fanno di questo sport (o Arte Marziale), una attività che attrae e coinvolge ragazzini ed adulti. Gente in formissima o atleti da due ore a settimana.
Al di là di quanto scritto sopra, che certamente qualcuno potrà opinare e non condividere, credo che fare Jiu Jitsu sia e rimanga un privilegio che appartiene solo e comunque a chi ha voglia di spendere parte del proprio tempo, lottando.
Con o senza un super kimono.
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