Chi combatte recrimina sul fatto che non ci siano insegnanti di livello e che sia pieno di "improvvisati" che si riscoprono Maestri.
Può essere certamente vero, ma vi è da dire che il "self training", alternativa per molti obbligata, non ha portato a grandi risultati. E sono anche convinto che, qualora vi fosse un "entourage" tecnico riconosciuto per fama e risultati, l'asse si sposterebbe di poco. Siamo attanagliati da invidie, guerriglie, accordi per realizzare federazioni, battaglie per il posto di rilievo, ma il contenuto (combattenti e risultati), stentano ad arrivare.
Gli italiani restano i meno competitivi, in Europa, tra i Paesi che abbiano un minimo di credibilità sportiva.
Credo che alla base ci sia una frammentazione ed una rivalità che non può che portare a pochissimi risultati, come, del resto, avvenuto fino ad ora.
Palestre attrezzate cominciano ad esserci, ma perché condividere l'allenamento in un luogo più appropriato di quello in cui alleno i miei, con il rischio di vederli andar via?
Amiamo e coltiviamo gli orticelli.
Amiamo e coltiviamo gli orticelli.
A questo si aggiunga la mancanza di costanza di alcuni fighters, la rarità degli eventi (sono aumentati, ma non si organizza comunque a sufficienza e chi lo fa, quasi sempre ci rimette), la difficoltà di trovare motivazioni per combattenti che prendano botte per qualche centinaio di euro e molto altro.
Non ho la soluzione in tasca, ma credo che una gestione differente di questo sport sia d'obbligo. Indipendentemente da tutto.
Chi combatte merita di più.
Chi combatte merita di più.
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