lunedì 29 marzo 2010

Aberto sconfitto con onore ai Mondiali di Grappling

 
Alberto è stato sconfitto di misura (3-0), contro un avversario greco, che ha poi conquistato il bronzo, nella terza edizione dei Campionati Mondiali di Grappling, svoltisi a Cracovia (Polonia).
Amarezza per una sconfitta contro un lottatore nettamente alla portata del nostro alfiere, ma grande soddisfazione per aver partecipato alla maggiore manifestazione mondiale di Grappling, rappresentando la Selezione Italiana e la nostra Accademia.
Un breve break e di nuovo in pista. Appuntamento i prossimi Campionati Italiani del 18 Aprile!!

mercoledì 24 marzo 2010

Per Alberto è tempo di combattere: in bocca al lupo per i Mondiali di Grappling!!

Dopo l'allenamento collegiale nella Naziomale Italiana di Grappling, svoltosi lo scorso 20 Marzo a Roma, per Alberto sono le ore della vigilia, che lo porteranno a combattere in Polonia nella cat. 60kg, rappresentando l'Italia ai Mondiali di Grappling.



E' una grande impresa la sua ed un grande risultato per tutto il Team.
Dopo nove durissime settimane di allenamento, adesso il primo match da affrontare è quello con la bilancia.
Vi terremo informati su quello che accadrà a Cracovia nei prossimi giorni.

In bocca al lupo!



domenica 21 marzo 2010

Andrea Fogà al Torino Jiu Jitsu Challenge!!


Al debutto nel Brazilian Jiu Jitsu, Andrea travolge tutti e si aggiudica la vittoria nel Torino Jiu Jitsu Challenge, organizzato Sabato 20 Marzo neol capoluogo torinese.

Già reduce dall'ottima prova all'Italian Grappling Open di Dicembre, il nostro lottatore si è dovuto cimentare in una categoria (quella al limite degli 82.3 kg), al cospetto di circa 40 avversari, sui quali è riuscito ad avere la meglio attraverso cinque straordinarie vittorie.

Andrea ha capitalizzato le ore spese sul tatami, tra circuiti di condizionamento, sedute di sparring e lavoro sulla strategia e sulla tecnica, aggiudicandosi tutti i match in maniera imperiosa, conducendoli dall'inizio alla fine ed ottenendo la gran parte dei punti nella seconda parte degli incontri, a testimonianza delle sue eccellenti condizioni fisiche ed atletiche.

Potenti passaggi di guardia, atterramenti (anche un paio di quelli proposti da Giorgio D'Alessandro nell'ultimo seminario -uchi mata e harai-goshi-), monta, back mount e cuore, hanno permesso ad Andrea di aggiudicarsi tutti i match.

Complimenti e grazie da tutti noi!!!

giovedì 18 marzo 2010

E' tempo di combattere


Per Andrea e Alberto sono i giorni di vigilia che li vedranno protagonisti, rispettivamente, al Torino Challeng di Jiu Jitsu ed ai Mondiali Grappling Fila.
Andrea combatterà Sabato 20, Alberto il 27.
Sono i giorni finali di una preparazione che hanno condotto con serietà e scrupolo da professionisti, non mancando mai ad un allenamento e non fermandosi mai un secondo prima dell'ormai celebre "strillo" del timer.
In condizioni di grandi difficoltà contingenti, entrambi hanno buttato sudore e sangue, ammaccandosi tutti i giorni sul tatami, qualche volta infortunati, altre volte con le orecchie bruciate, ma sempre presenti. Tra diete e circuiti ci avete messo il cuore.
Non parlo per loro se dico che il ringraziamento di entrambi è rivolto a tutti coloro che li hanno aiutati in questi due mesi.
Da parte mia vi sono riconoscente per l'attitudine, la tempra ed il coraggio che ci avete messo, per voi stessi e per noi tutti.
Nel Jiu Jitsu, un pò come nella vita, Renzo Gracie usa dire che non si perde mai. Ci sono solo due possibilità: si vince o si impara.
E' tempo di combattere.
In bocca al lupo ragazzi!

domenica 14 marzo 2010

Franz Haller: intervista al pioniere italiano di Kickboxing, K-1 e Muay Thai




Franz Haller è stato molto probabilmente il fighter italiano più rappresentativo nelle discipline da ring della Kickboxing (nelle sue varie accezioni, K-1, Kickboxing pura, Full Contact) e Muay Thai.

Franz vanta una milizia lunghissima, che parte dalla fine degli Anni Settanta e si conclude nel 2001.
Persona di grande umiltà e modestia, che ho avuto modo di percepire personalmente, nelle occasioni in cui l'ho incontrato, Franz Haller è persona di poche parole, ma possessore di una conoscenza profondissima in tutte queste discipline, che ha praticato ai massimi livelli (si aggiunga anche la Savate), divenendo più volte Campione Mondiale ed affrontando sempre i migliori.

Promotore di uno sport "vero" e praticato, ben lontano da propositi commerciali e versioni   "edulcorate", come purtroppo spesso si vede nelle nostre palestre, Franz ci ha rilasciato una intervista, in cui, una volta di più, si evidenzia l'altissimo profilo umano dell'uomo.

Ciao Franz, innanzitutto come stai?
Sto bene , Grazie.
In questi ultimi anni ti sei dedicato alla promozione di eventi K-1. Puoi parlarci della tua organizzazione?
Si,  organizzo una volta all'anno una edizione del K1 Alps Arena, una manifestazione di K-1, incentrata soprattutto sui pesi massimi (www.k-1alpsarena.com) a Bolzano. Prossimo appuntamento a Novembre.

Sei stato uno dei migliori fighters della tua generazione. Quali sono, secondo te, i migliori fighter italiani di Muay Thai/K-1 oggi e i più forti di sempre a livello internazionale?  
Tra i pesi massimi i migliori credo siano Luca Panto' e Fabio Giannasi. Sempre in questa categoria, Rob Kaman ed Ernesto Hoost sono stati, secondo me, i migliori.
Io non facevo parte dei migliori, almeno nel K-1 e nella Thai, forse lo sono stato nel periodo della "Kickboxing Americana".
Come vedi la situazione italiana della Muay Thai e del K-1?
Molto promettente.   
Ad un ragazzo che si presenti in palestra da te che cosa dici e quali consigli ti senti di dare a chi voglia avvicinarsi agli sport da combattimento?
Allenati, divertiti e cresci.
Quali caratteristiche distinguono, a tuo parere, un vero fighter, da un qualsiasi praticante medio?
L'etica.
Parlando di te, sei stato il pioniere della Kickboxing nel nostro Paese, avendo praticato Full Contact, Kickboxing, Muay Thai e K-1. Puoi dirci in quale di queste discipline hai preferito combattere e quale regolamento preferisci?
In passato mi piaceva la Kickboxing Americana, poi la Kickboxing Internazionale che permetteva
i calci in linea bassa, e alla fine la Muay Thai della scuola di Marco De Cesaris.
Oggi mi concentro sulla Kickboxing K-1 Rules.
La tua soddisfazione più grande?
La vittoria su Andre' Mannaart nel Dicembre 1997 a Bolzano.
Stiamo assistendo allo sviluppo delle MMA. Ti sarebbe piaciuto combattere in questa disciplina e che cosa pensi di questo movimento, in generale?
Se avessi potuto avrei anche combattuto di MMA. Ma sono troppo grande di età (51 anni) 
Mi intendo solo di combattimento in piedi, con i guanti da Boxe. Un nuovo movimento e' sempre una 
realta', al di la' del bene e del male. Io potrei solo contribuire in maniera positiva e propositiva.
Segui i combattimenti anche attraverso internet?
Sono in palestra minimo 6 ore ogni giorno e guardo come minimo 1 ora di filmati al giorno.
Negli ultimi anni osservo molto attentamente lo sviluppo delle MMA.
Hai mai pensato di mettere a disposizione la tua competenza nel combattimento in piedi, a favore di lottatori di MMA o preferisci dedicarti esclusivamente a Muay Thai e K-1?
Mi interesso sopratutto di Kickboxing K-1 Rules e dei pesi massimi. Rimarro' sempre
un ignorante di MMA in quanto non posso provarci , una protesi all'anca dal 2001 mi impedisce
di lottare a terra.   
Grazie della disponibilità e a presto!
E' stato un piacere.

mercoledì 10 marzo 2010

Helio Gracie parla dell'epico combattimento con Masahiko Kimura

Questa intervista rivela alcuni tratti della personalità e della storia di Helio Gracie, ma, soprattutto, permette di conoscere un aspetto importante del combattimento: il carattere 

Intervista di Nishi Yoshinori
Dal Kakuto Striking Spirit 1 Maggio, 2002
Traduzione in inglese di Yoko Kondo e in italiano di Guido Vais.
Questa intervista risale al 1994, subito dopo il III° UFC (terza edizione dell'Ultimate Fighting Championship), ma fu pubblicata in Giappone solo nel maggio 2002. Nishi Yoshinori partecipò ad un seminario a Charlotte il giorno prima degli Ultimate. Ciò che rappresentava la novità era proprio il confabulare di Helio Gracie e Nishi.
Quattro giorni dopo, il 15 settembre, Nishi visitò l’Accademia Gracie di Rorion (figlio di Helio) a Los Angeles. Helio lo attendeva, avendo posticipato il ritorno in Brasile. Nishi prese una lezione privata su suggerimento di Rorion. Quando fu terminato questo breve allenamento (di un'ora), Helio mostrò a Nishi rare fotografie del suo combattimento leggendario col maestro Masahiko Kimura. Per maggiori informazioni su di lui, leggete la sua autobiografia "My Judo" o assistete al video del combattimento con Helio Gracie.
Nishi: Che belle foto! Penso che nemmeno la signora Kimura ne abbia di simili! Beh, secondo quali regole fu condotto questo combattimento? Quelle del "vale-tudo"?
Helio: No, quelle del jiu-jitsu.
Nishi: Quindi non ci furono colpi?
Helio: Esatto. Potevamo fare tutto, meno che tirare pugni e calci. Non c’erano punti né limiti di tempo. Ma dopo che ho lanciato la sfida e ci siamo finalmente incontrati, Kimura sembrò molto sorpreso di vedere come ero piccolo (risata). Ma l'organizzazione mi informò che dovevo prima combattere con un judodoista di nome Kato.
Nishi: Allora hai combattuto con un judoka giapponese prima dell’incontro con Kimura?
Helio: Si, pesava 20 kg più di me ed era di costituzione forte, ma fui in grado di vincere, per buona sorte.
(Kato era tracagnotto più basso di Gracie; temporeggiò qualche minuto, poi proiettò nettamente l'avversario con tsuri-komi-goshi; prese coraggio e si ripeté, lanciandolo contro le corde; infine accettò il combattimento al suolo dove venne strangolato (dal filmato si può immaginare con kata-juji-jime) e rianimato dal kwatsu dell'arbitro. Sia Kato, che Gracie e successivamente Kimura si presentano in judogi; n.d.r.).
Rorion: Mio padre finì Kato con uno strangolamento in meno di sei minuti (vedi foto del match). Quindi Kimura accettò la sfida di mio padre. Ma gli amici si opponevano. In particolare sembra che lo zio Carlos non volesse che Helio combattesse.
Nishi: La gente pensava che Kimura fosse qualcosa di più che una sfida per te, sin da prima?
Helio: Non solo gli amici, ma io stesso pensavo che nessuno al mondo avrebbe potuto battere Kimura (ride). In particolare mio fratello Carlos temeva che non mi sarei arreso. Pensava che sarei stato ferito gravemente. Quindi mi diede il permesso di combattere con Kimura solo dopo aver promesso di arrendermi prima di essere ferito. Rammarico? Non ne provai tanto prima che dopo l’incontro. Per me che all’epoca miravo al jiu-jitsu, la paura era superata dal desiderio di sapere cosa mai avrebbe fatto in combattimento un uomo come Kimura. Avrebbe potuto aprirmi le porte ad un mondo sconosciuto. Ho sentito che anche tu sei un tipo di persona così.
Nishi: Si, lo sono.
Helio sembrava sapere che Nishi aveva combattuto con Rickson (negli Open del Vale-tudo del 95, in Giappone, battendolo con hadaka jime nel primo round.) E poi aveva partecipato a eventi di kickboxing e karate. Si percepiva dalle sue parole che Helio apprezzava la personalità di Nishi.
Nishi: Vorrei chiederti qualche particolare prima di passare alla storia di Kimura. Che stile di jiu-jitsu hai imparato?
Helio: Ricordo vagamente che mio fratello Carlos studiava con Konde Koma (Kosei Maeda) (il 'Conte Koma' è il nome di battaglia di Maeda nell'ambito degli incontri professionistici; n.d.r.) intorno al 1914. Comunque io avevo solo 4 anni all’epoca. A dire la verità non ricordo bene che tipo di tecnica insegnasse Koma. Carlos aprì il dojo a Rio quando aveva 25 anni e io guardavo le tecniche che aveva imparato da Konde Koma. Ma continuavo a pensare come un uomo piccolo e debole come me avrebbe potuto vincere affidandosi alla tecnica.
Rorion: Mio padre era ancora giovane per insegnare. Ma un giorno sostituì lo zio Carlos che era in ritardo. Aveva solo 16 anni, ma la sua capacità di controllare l'avversario col minimo sforzo era abbastanza persuasiva da soddisfare gli studenti. Con la tecnica si combatte per 20 o 30 minuti senza affaticarsi. Dopo quella lezione sembra che lo zio Carlos autorizzò mio padre ad insegnare.
Nishi: Così nacque l'odierno Gracie-jiujitsu, vero? Lo stile che il sig. Carlos imparò da Kosei Maeda era incentrato sul "kata"?
(Maeda aveva lasciato il Giappone per l'America intorno al 1906, l'anno in cui Kano convocò al Butokukai la conferenza sui kata del judo, che certamente erano già abbozzati al Kodokan, ma non definitivi; n.d.r.)
Helio: Non c’erano molte tecniche e la maggior parte si basava sulla potenza (Maeda - vedi la sua foto sul libro di Yokoyama - aveva le fattezze di un ercole; n.d.r.). Ma Konde Koma faceva anche combattimenti reali, quindi nel suo insegnamento rieccheggiava l'esperienza di queste situazioni.
Nishi: Si poteva colpire?
Helio: No.
Kosei Maeda conosciuto col nome di Konde Koma era un judoka che lasciò il Giappone per diffondere il Kodokan-judo nel mondo durante l’era Meiji, e fece combattimenti contro stili diversi in ogni paese (il Kodokan finì per radiarlo dai suoi registri). Ma perché chiamò il suo stile jiu-jitsu e non judo in Brasile? Nishi riteneva che il jiu-jitsu introdotto in Brasile potesse essere una variante del judo.
(Maeda passò al professionismo per risolvere la sua vita, perché a quel tempo gli insegnanti di judo erano molto poveri, e forse ebbe qualche rimorso a trascinare il judo, in cui era un rinomato, nel mondo chiacchierato del catch-as-catch-can; forse per questo sentimento di lealtà verso Kano disse sempre che insegnava jiu-jutsu. Ma la tecnica del brazilian-jiujutsu ricorda più il judo del Butokukai che il jiu-jutsu).
Nishi: Il signor Maeda lo chiamò jiu-jitsu e non judo sin dall’inizio?
Helio: Sentivo Konde Koma parlare di jiu-jitsu. In Brasile non conoscevamo nemmeno la parola judo. A quel tempo (quando Konde Koma portò il jiu-jitsu) c’erano molti immigrati giapponesi e i brasiliani erano in buoni rapporti con loro. Ho sentito che spesso aiutavano i giapponesi in molti modi. Quindi penso che ci insegnò il jiu-jitsu tradizionale in segno di riconoscenza (Maeda è ricordato anche come un promotore dell'emigrazione giapponese in Brasile; n.d.r.).
Nishi: Quando il judo arrivò in Brasile non hai avuto l’impressione che fosse simile al jiu-jitsu?
Rorion: Ho la forte impressione che il judo sia uno sport che mira a proiettare l'avversario con forza (il judo del Kodokan trascura la lotta al suolo; n.d.r.). Ma penso che l’arte originaria sia il jiu-jitsu. Quando il Giappone ha perso la seconda guerra mondiale e è stato invaso dagli americani, ha loro insegnato il judo, ma non il jiu-jitsu. Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di conoscere il jiu-jitsu prima del judo.
Helio (mostrando approvazione per le parole di Rorion): Non hanno insegnato agli americani il cuore del samurai.
Nishi: Non sembra che il judo vero e proprio vi sia stato mai insegnato. Mi chiedo se Kosei Maeda vi abbia insegnato qualcosa che ha elaborato da solo, chiamandola jiu-jitsu, o se questo stile abbia avuto origine dall'interpretazione di Helio. E’ una cosa che mi interessa molto. E quando ha avuto inizio il "vale-tudo"?
Helio: Quando ho combattuto con un americano del wrestling, che si chiamava Elbert, nel '32, non era vale-tudo, ma un confronto fra stili diversi; avevo 17 anni e lui si riteneva un forte combattente a livello mondiale.
Sembra che Fred Elbert sia arrivato secondo nella categoria dei 95 kg nei campionati mondiali di wrestling 1928 a New York. Questo conferma il racconto di Helio che lo descrive come un gigante di 98 kg; Helio pesava circa 60kg.
Nishi: E il risultato?
Helio (aggrottando le ciglia): Il combattimento cominciò a mezzanotte, e alle 2 del mattino la polizia ci ha fermato.
Rorion: Il combattimento durò 2 ore e 10 minuti. A dire la verità Helio fu fermato dal medico per ferita. E il giorno dopo ha dovuto subire un intervento chirurgico urgente.
Nishi: Sembra…(interrompendosi)… un imprudente...
Helio: Non volevo che si dicesse che avevo abbandonato il combattimento col pretesto dell’intervento del medico. E’ tutto. Comunque mi dispiace di non essere arrivato in fondo.
Nishi: E se il sig. Elbert fosse in buona salute e la sfidasse a riprendere il combattimento oggi?
Helio: Accetteri, sicuramente! (risata). Ma dovrei dargli un vantaggio, perché era assai più anziano di me.
Visto che Helio ha nel combattimento l'attitudine di "vincere o morire", come risulta dalle sue avventure, mi chiedo cosa avvenne quando gettò di sua mano la spugna nel combattimento di Royce, suo figlio, contro Sakabura nel Pride Gran Prix del 2000. Volevo chiederglielo. Ma forse c’era qualcosa di sbagliato nel mio modo di porre la domanda: "Mi dispiace per il risultato di Royce, ma…" e ho dovuto accontentarmi della risposta di Rorion, che faceva da interprete, e disse: "Puoi anche avere l’auto migliore del mondo, ma qualche volta può succederti di sbandare per una foratura. Né Shamrock né Royce hanno perso questa volta" (Helio parla solo portoghese, quindi l’intervista è stata fatta con Rorion a cui le parole di Nishi venivano tradotte in inglese, e poi le traduceva in portoghese per Helio). Comunque ho avuto l’impressione che Helio nutra una grande passione per il combattimento, che manifesta col suo modo di raccontare con parole semplici e chiare, mentre Rorion usa metafore.
Nishi: Sig. Helio, avevi una tecnica favorita al di fuori dal jiu-jitsu?
Helio: Vuoi dire una tecnica di colpi? Ero bravo a tirare calci laterali. Lo facevo a modo mio, cioè colpivo col tallone. Ma non chiedermi di dimostrarlo qui, ora! (ride)
Nishi: No! (ride). Hai detto che lo facevi a modo tuo, ma l’hai preso dal karate?
Helio: Karate? No. Il judo arrivò in Brasile verso il 1950-1960 e il karate più tardi, forse verso il 1970. Quindi non ho avuto l’opportunità di studiarlo. Inoltre quando ho visto il karate per la prima volta, ho pensato che non fosse utile per l’auto-difesa, o l’arte del kakuto (combattimento libero senz'armi; n.d.r.).
Nishi: Beh… quindi pensi che i kakutoka che si basano sui colpi non siano efficaci?
Helio: Di solito non lo sono, o si? Penso che tu lo sappia meglio di me.
Rorion: In un combattimento come Ultimate, tutto ciò che devi fare per togliere efficacia ai colpi è eliminare la distanza. Se ci arrivi, puoi controllare il combattimento.
Nishi: Sono sicuramente uno svantaggio con le regole dell’Ultimate, ma non posso essere d’accordo con voi che sostenete con certezza che non siano utili dal punto di vista dell’auto-difesa, o anche del kakuto. Quindi, quando hai cominciato a combattere coi colpi?
Helio: Non ricordo con chiarezza, ma il jiu-jitsu era considerato qualcosa di orientale, in Brasile, e c’era qualcuno che diceva che poteva battermi in un combattimento da strada, quindi ho accettato di battermi anche con calci e pugni.
Nishi: Incredibile! (ride) Deve essersi pentito amaramente delle sue parole dopo il combattimento. Fu quello l’inizio del vale-tudo?
Helio: Forse è così. Io sono colui che ha iniziato il vale-tudo. Ma non siamo stati noi a chiamarlo in questo modo, è stato un produttore televisivo.
Nishi: Chi è stato?
Helio: Un media-man. Io combattevo contro altri stili per affermare il jiu-jutsu. E vincevo. Il produttore trovava interessanti questi incontri e ha deciso di trasmetterli: il titolo del programma era Vale-Tudo. In seguito la formula diventò l'incontro tra il vincitore di un torneo di jiu-jutsu (dalle cui regole i colpi erano banditi) e un invitato sfidante di un altro stile. Questo programma cominciò nel '60 e diventò molto popolare. Veniva mandato in onda una volta alla settimana.
Nishi: E’ uno dei modelli dell’Ultimate. Comunque sono sorpreso che fosse il nome di un programma televisivo, e che si combattesse il vale-tudo ogni settimana. Che paese incredibile il Brasile!
Helio: Molta gente temeva i pugni. Ma da quando videro gli incontri in TV cominciarono a capire che anche se avevano una loro efficacia potevano essere annullati con tecniche appropriate, e che anche un uomo piccolo come me poteva combattere.
Nishi: Ho iniziato col judo e temevo di prendere pugni. E’ per questo che ho cominciato a studiare i colpi, e continuo a farlo. Sig. Helio, avevi paura di essere colpito dai pugni?
Helio: Se mi tirano un pugno, reagisco e mi cresce il coraggio. Ma sento anche dolore (ride). Quindi ho sviluppato un modo di combattere che evita di prendere pugni.
Nishi: Prima assumi la posizione per evitare i pugni, poi dai pugni al tuo opponente quanto vuoi.
Helio: E’ così (ride)
Nishi: E le proiezioni? Neanche le proiezioni sono efficaci?
Helio: No, possono essere molto efficaci in certi casi. Ho un ricordo intenso della proiezioni spaventose di Kimura. E’ stato impressionante vedere Kimura mettere k.o. l’avversario con una proiezione. Quando fu deciso che avrei combattuto con Kimura stavo attento alle sue proiezioni.
Nishi: Potresti raccontarmi altri dettagli sul combattimento col maestro Kimura?
Helio: Certo! All’inizio ho attentamente cercato di trovare un'apertura, ma sono stato sotto il suo controllo da quando ci siamo avvicinati. Non ho avuto nemmeno il tempo di fare una presa che lo controllasse. Ciò che sono riuscito a fare a mala pena era di evitare la sua piena proiezione mantenendomi rilassato e cercando di deviare una parte della sua potenza, così è successo che mi ha seguito a terra. Mi ha portato a terra e mi ha immediatamente preso in strangolamento. Era difficile resistere. Sentivo che stavo per svenire e mi chiedevo se avessi dovuto battere come avevo promesso a Carlos.
Nishi: ?
Helio: Beh, è una cosa che non ho raccontato a nessuno. Sembra che io sia svenuto mentre pensavo cosa fare (arrendermi o no).
Naturalmente Nishi fu sorpreso a sentire questo. Ma ciò che fece più impressione era lo shock dipinto sul volto di Rorion.
Helio: Se Kimura avesse continuato a strangolarmi sarei morto. Ma visto che non mi arrendevo Kimura lasciò andare lo strangolamento e passò alla tecnica successiva. Una volta libero dallo strangolamento il dolore della leva successiva (ude-garami; n.d.r.) mi ha risvegliato, e ho continuato a resistere. Kimura non ha mai saputo che mi aveva fatto svenire. Se fosse stato possibile mi sarebbe piaciuto ricordare con lui il combattimento e raccontargli questo.
(Succede. Lo scrivente ricorda il combattimento con un altissimo e allampanato marsigliese, allievo di Jean Zin, al Palaghiaccio di Milano, dove quell'avversario applicò kensui-jime sollevando in tachi-waza una gamba attorno al mio collo e poi portandomi al suolo. Svenni due volte e il sig. Ken Noritomo Otani, che arbitrava, lo sapeva bene, ma attendeva il tempo giusto per interrompere l'azione e il movimento mi faceva rinvenire. Vinsi per o-uchi-gari, ma qui la cosa non è pertinente).
Nishi: Lo dirò certamente a sua moglie.
Helio: Grazie. Comunque Kimura era forte… forte e gentiluomo. Mi diceva in giapponese nelle orecchie: "Bene, bene" mentre mi prendeva in leva il braccio. Non capisco quella lingua, ma stranamente la sua voce mi incoraggiava. Mi ha dato forza (ride). Poi gli chiesi spiegazioni. Mi ha risposto: "Stavo ammirando il tuo cuore".
Nishi: Anche Kimura nel suo libro parla del combattimento col sig. Helio, e dice che hai uno spirito molto forte.
Helio: Anche lui. Penso di avere ricevuto l’autentico spirito del samurai da lui. Forse ero un giapponese in una vita precedente.
Nishi: A proposito, cosa dovrei fare del mio progetto? Sono venuto per fare un incontro con uno dei Gracie, ma nella conversazione col sig. Helio ho toccato il cuore di cui parla il maestro Kimura. Ora ho un maestro di più, sig. Helio. Forse ero un brasiliano in una vita precedente.
Helio: Grazie. Se continui ad allenarti sarai il campione in un torneo di jiu-jitsu in Brasile, di sicuro. Età? Nessun problema. Io ho 82 anni adesso ma le arti marziali sono una ricerca che riguarda la vita intera.
Io non ho nemico. Faccio della disattenzione il mio nemico.

domenica 7 marzo 2010

 

In adesione alle richieste che durante tutta questa stagione sono pervenute, abbiamo deciso di aprire un corso che permetta di avvicinarsi alle MMA.
Le MMA richiedono l'allenamento su più discipline, per cui, obiettivo di questo corso sarà quello di fornire la conoscenza della disciplina in senso globale, apprendendo i movimenti e le basi di un regolamento che comprende fasi di lotta e colpi.
Chi poi vorrà allenarsi con obiettivi agonistici potrà farlo, unendosi agli altri ragazzi della Palestra che già si stanno preparando in funzione del combattimento.
Il corso sarà il Mar-Ven dalle 21 alle 22, ma, per tutti, sarà possibile, in abbinamento, praticare il Brazilian Jiu Jitsu (che è una disciplina studiata nelle MMA) nell'ora precedente, dalle 20 alle 21.
Nelle MMA si impara a lottare e colpire, sia in piedi che al suolo, sviluppando forza e resistenza.
Informazioni: info@accademiakama.com

venerdì 5 marzo 2010

18 Aprile 2010: 3° Campionato Italiano di Grappling


Il prossimo 18 Aprile, a Santa Marinella (Roma), avrà luogo il terzo Campionato Italiano di Grappling-Fila, a cui sono tutti invitati a partecipare, considerato che, tra le novità di maggiore interesse, vi è l'introduzione della terza serie (per grapplers di esperienza inferiore all'anno di pratica e/o cinture bianche di Bjj). 

Tutte le info sul sito della Federazione (www.figr.it)