lunedì 23 giugno 2014

METAMORIS: è tutto spettacolo quello che luccica?


Il prossimo Metamoris preannuncia Dean Lister vs Josh Barnett, Sonnen vs Galvao e qualche altra chicca, all'interno di un formato "Submission Only", che prevede un risultato di parità nel caso nessuno dei due prevalga secondo quella modalità, al termine dei 20 minuti previsti.
Nessun punto e nessun vantaggio, in aperta opposizione alla sportivizzazione attuale del Jiu Jitsu.
Ma, a dire il vero, dopo la curiosità della prima edizione, l'evento, salvo qualche eccezione, ha spesso deluso ed annoiato, proprio per la sua strutturazione. Lunghissime fasi di stallo, ritmo al limite dell'immobilismo e difese ad oltranza, non hanno giovato così tanto all'immagine della disciplina.
Escludere la possibilità che ci sia un vincitore de-sportivizza il torneo, che ha peraltro un arbitro, regole e tempo, tre caratteristiche tipiche di una competizione sportiva.
A ciò si aggiunga che, spesso, finalizzare un avversario di alto livello non è una impresa da poco, così come, aver guadagnato per 20 minuti posizioni su posizioni, non lascia dubbi su chi sia il migliore. Un po' come se, dopo 5 round di pestaggio, in un match di MMA, l'incontro fosse giudicato pari (GSP ne avrebbe collezionate un numero impressionante).
Le regole sono queste e, credo, proprio per queste regole e per la necessità di avere delle finalizzazioni, sulla carta verranno proposti almeno un paio di incontri squilibrati (Sonnen-Galvao lo è).
Proporre un Jiu Jitsu in cui l'unico scopo sia quello di difendersi da un avversario superiore, senza che poi si perda, sminuisce l'essenza del Jiu Jitsu stesso e non credo possa attrarre nuovi appassionati.
Vedere Rener Gracie dominato da Galvao o Schaub scappare per 20 minuti da Abreu, da nuovo studente interessato al Jiu Jitsu, se non in fuga, mi avrebbe indirizzato verso chi ha dominato l'incontro, piuttosto che verso chi, pur difendendosi ad oltranza, è riuscito a strappare un risultato di parità.
Qual è il messaggio lasciato da Schaub o da Rener Gracie?
La formula lascia aperte molte perplessità, sebbene, se interpretata in maniera aperta e non ossessivamente difensiva, possa essere una bella esperienza per un lottatore (io ho avuto il piacere di farla), meno per uno spettatore, anche se il "single fight" ha un suo fascino e la formula, almeno a livelli inferiori, può piacere.
Ma il Jiu Jitsu è cambiato...ed anche sulla versione sportiva si potrebbe discutere un po'.

1 commento:

  1. Interessante articolo!
    Sicuramente la "difesa" l'ha fatta da padrona, andando contro allo spirito del torneo.
    Forse con delle ammonizioni e con un limite di tempo più lungo qualcosa migliorerebbe.
    Concordo su fatto che sonnen è spacciato

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