lunedì 14 novembre 2016

Nurmagomedov & friends. Quello che non va nell'UFC

La card dell'ultimo UFC, allestito a New York, una volta "casa" della Boxe che contava, è stata straordinaria per livello tecnico e qualità degli incontri.
Il "main event" non ha deluso le aspettative. McGregor ha imposto la sua lucidità ed il suo carisma su un avversario che non ha capito nulla sul da farsi, sin dalle prime battute.
Quella che era la mascella di granito, di Alvarez, si è sgretolata due volte nel primo round ed una terza e definitiva nel secondo.
Emergono, peraltro, alcune situazioni che sono incomprensibili o, meglio, comprensibili da un punto di vista economico.
Nurmagomedov, come ha egli stesso dichiarato, non è stato invitato alla conferenza stampa post evento. Non ha ricevuto il bonus per il match della serata (che è stato strepitoso) e, nonostante un record di 24-0 (!!), due anni di inattività assorbiti come nulla fosse, appare ancora lontano dall'ottenere una chance per il titolo.
Non sembra eccessivo sospettare che possa essere un avversario troppo pericoloso per l'irlandese, ad oggi l'unico personaggio che milita nell'UFC.
Romero ha messo ko in maniera spettacolare Weidman, ma, anche per lui, non si prospetta, almeno all'apparenza, un match titolato. Anche in questo caso è lecito sospettare che Bisping corra troppi pericoli con il cubano, il quale non garantisce le pay per view dell'inglese.
Esiste poi il caso storico di Jacarè, che non si capisce bene chi debba ancora battere per potersi disputare una chance per la cintura, così come quello di Aldo, troppo silenzioso per gli standard attuali dell'UFC, che richiede molta "vocalità" ai suoi protagonisti.
Aldo ha detenuto la cintura per anni, ma, una volta sconfitto, è stato messo nel dimenticatoio.
Innegabile che i brasiliani non siano in grado di assicurare i movimenti di interesse e denaro di altri lottatori.
E' un business, bisogna prenderne atto...a malincuore.

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