mercoledì 21 dicembre 2016

Il Rispetto verso chi NON pratica il nostro stesso sport

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Vivere lo Sport come conflitto, polemica ed astio nei confronti di chi, in fondo, fa le tue stesse cose e condivide i tuoi stessi interessi ed obiettivi è il disegno perfetto del fallimento.
Lo Sport è rivalità, anche aspra, che si esaurisce nel momento stesso in cui la competizione termina. Deve essere armonia e rispetto, anche verso chi si misura in attività differenti da quella che facciamo noi.
Ridicolizzare, disprezzare e schernire una disciplina differente, per il solo motivo che non incarni i canoni che piacciono a noi, legittima anche l'esatto contrario, ovvero che siano gli altri a ridicolizzarci o screditarci, magari per opposte motivazioni.
Di recente il mondo sportivo ha preso di mira un incontro tra due karateka. Nemmeno a me quel confronto è piaciuto, ma va dato atto che, entrambe, si sono allenate duramente per arrivare a giocarsi quel risultato (mi pare fosse una finale mondiale), esattamente come fa un pugile, un lottatore o un thaiboxer.
Con la stessa intensità, ma con obiettivi e regole differenti.
Eppoi, alla fin della fiera, ciascuno sceglie lo sport che sente più congeniale, così come esiste chi decide di guidare una moto confortevole e chi una moto da corsa. Chi un aereo ultraleggero e chi un caccia militare.
E non sempre la versione più "hard" è quella che deve necessariamente essere prevalente e vincente.
Anni fa un Maestro di Aikido, altra disciplina spesso ridicolizzata, mi disse: "Vengono da me ragazzi che vogliono apprendere l'Aikido per imparare a fare a botte. Io dico loro che, se il loro obiettivo è quello, devono fare altro. L'Aikido si pone obiettivi differenti, di armonia e pacificazione".
Per ottenere rispetto va dato rispetto. E' una regola semplice che, molte volte, noi tutti spesso dimentichiamo.

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