venerdì 21 novembre 2014

L'ossessione

Non mi piace dare come riferimento il periodo in cui avevo io 20 o 25 anni. E' la solita manfrina. Una volta si faceva questo e si faceva quello. Lo potrei dire io, così come lo potrebbe dire chiunque abbia dieci anni più di me e chi dieci più di quell'altro.
Sono fesserie, Spesso il tempo cancella il ricordo delle sciocchezze che abbiamo fatto. Per questo non mi interessa e non mi va di parlare di me stesso a chi si allena con me, se non attraverso molto di rado.
Stando ai racconti siamo stati tutti dei combattenti formidabili, pronti a raccogliere qualsiasi sfida.
Siamo seri. Chi è stato un Campione scagli la prima pietra. Nessuno verrà lapidato, ne sono certo. 

Devo però constatare che se 15 anni fa una palestra (parlo della Boxe), aveva 20 agonisti (tutti tra i 18 ed i 22-23 anni), oggi, un qualsiasi sport da combattimento, in un periodo in cui è più facile la comunicazione, gli ambienti sono più grandi ed accoglienti ed esiste la possibilità di andare in tv, vede ridursi quel numero ad 1/10.
Gli agonisti hanno spesso una età media superiore ai 25 anni e si definiscono tali solo attraverso una grossa forzatura.

Vedo insegnanti rincorrere il sogno dell'atleta. La realtà ci prospetta invece tanti ragazzi che possono aver voglia di mettersi in discussione, ma che non sono agonisti. Combattono, lottano, ma non sono Agonisti. Li consideriamo tali, ma tali non sono. E, così facendo, autorizziamo il protagonismo di chi si sente super eroe per aver vinto due lotte o un match d'esordio. Un po' di ego e "guerrierismo di facciata" non guastano mai.
L'agonista è un lottatore, un pugile o che altro faccia, che combatte con frequenza, in ragione delle possibilità che gli vengono offerte, si allena almeno due volte al giorno (anche se ha 18 anni), ha un peso che è sempre vicino a quello ideale (la serietà di un atleta si vede nel peso, così mi è stato insegnato), vive con morigeratezza, sapendo, tra l'altro, gestire sia la propria vita da atleta, sia quella esterna ai suoi impegni (affetti, lavoro, famiglia), senza che nessuno di questi ambiti risulti scosso o contaminato e senza che la sua attività abbia contraccolpi.
Quanti Agonisti riusciamo a contare, seguendo questi semplici criteri?

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