E' importante che chi pratichi con passione, provi l'esperienza di lottare in un torneo di Jiu Jitsu. Innanzitutto si tratta di una verifica importante, non solo dei propri progressi tecnici, bensì un test ancora più importante per conoscere se stessi.
C'è chi alla gara arriva dopo tre mesi, chi dopo un anno o più. Qualcuno non se la sentirà di affrontare il tatami, perché non ancora pronto.
Per gareggiare, non è necessario allenarsi tutti i giorni, bensì ottimizzare le possibilità di farlo che si hanno. Probabile che si abbiano meno possibilità di vincere, ma alle gare si partecipa anche per piacere personale e, appunto, per misurarsi in un contesto meno confortevole della Accademia.
Chi non è pronto dopo anni di pratica, non lo sarà mai, molto probabilmente.
E' importante, altrettanto, almeno a mio parere, non avventarsi sull'agonismo. Il Jiu Jitsu ha accademie ovunque e le possibilità di competere sono ormai molto frequenti.
Per chi comincia, è importante più l'esperienza della competizione, piuttosto che il risultato. Chi è bravo avrà l'opportunità di dimostrarlo nel tempo. Una sconfitta non significa nulla, se non la possibilità di verificare dove migliorare.
E' però importante, pur nella sconfitta, avere la giusta percezione di ciò che sia successo nella lotta. Attendere 2-3 mesi in più, sarà solo tempo speso meglio per affinare il proprio Jiu Jitsu.
Niente fretta, ma nemmeno attendere il giorno dell'esordio come il "Giorno del Giudizio", che non sappiamo se mai avverrà e quando.
Affrontare l'approccio all'agonismo con serenità, senza forzature e con l'intenzione di fare il meglio. Poi, come sempre, dall'altra parte si troverà un avversario che farà di tutto per farci perdere e da cui dipende molto delle nostre possibilità di successo.
In caso di sconfitta, la peggior reazione è quella di chi si arrende. Denota mancanza di tempra (riprovarsi e riprovarci è un obbligo) e, qualche volta, un pizzico di presunzione.
Ora, per tutti, prepararsi, per la stagione, che è ormai iniziata.
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