Si parla troppo spesso dei "doveri" degli allievi, trascurando quanto, al contrario, compete a chi insegna. I cosiddetti Maestri.
L'errore principale dell'insegnante è, sovente, di rivolgersi a chi impara solo come ad un allievo, senza considerarlo un futuro insegnante.
Lo stesso errore, al contrario, lo fa l'allievo, che pensa al suo insegnate come una figura "lontana", non compenetrandosi e non pensando a lui come a colui che potrà essere un giorno.
Quando c'è classe, un insegnante che abbia sicurezza e professionalità, eviterà commenti e pettegolezzi su persone, altri insegnanti ed altre scuole.
Un allievo ha il dovere di essere istruito e non di sentire malumori di cui, sovente, non ha la minima conoscenza e, quasi sempre, interessa meno di zero.
La rivalità si esprime principalmente in competizione, in maniera sportiva.
La rivalità si esprime principalmente in competizione, in maniera sportiva.
Al di fuori del tatami e dell'Accademia, un atteggiamento di rettitudine, serio, ma non "serioso", attribuisce nobiltà e rispetto.
Si chiacchiera, ci si lamenta e si borbotta troppo e troppo spesso, invece di guardarsi allo specchio.
E chi si comporta così, avrà gli allievi che merita e del suo stesso livello.
E chi si comporta così, avrà gli allievi che merita e del suo stesso livello.
In tanti anni, giusto per ricordare una grande persona ed un grande Maestro, non ho mai sentito un commento o un pettegolezzo da Ottavio Tazzi, un Signore della Boxe.
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