Nell'epoca dei "Social Media", si assiste a tutto ed anche di più.
Basta una vittoria ad una gara locale, per leggere i dettagli di ogni singolo secondo, di ogni lotta.
Spesso in inglese, perché bisogna attrarre l'interesse internazionale per avere il giusto riscontro mediatico.
Ma a quanti, realmente, interessano movimenti ed esiti di un praticante che, per quanto possa dedicarsi, si alleni da 6 mesi, un anno o due?
Ma, ormai, sono anche gli insegnanti a seguire questo "trend".
Al centro delle loro "avventure" sportive, non vi è il "Dojo", o l"Accademia", bensì le proprie vicissitudini in allenamento (perché non mettere un occhio nero o un orecchio tagliato?).
Il tutto con il sempre valido "Hard sparring session today" o "No pain, no gain".
Molti insegnanti e/o maestri, parlano di sé stessi, sempre e comunque, mentre, credo, dovrebbero parlare dei propri allievi e delle propria Accademia.
Ma esiste un modo semplice ed immediato per valutare il reale valore di chi insegna: contare gli atleti che ha portato ad un livello tecnico superiore, nelle discipline che insegna...
Molto facile.
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