mercoledì 26 giugno 2013

Ispirarsi non vuol dire imitare


La possibilità di accedere a riviste, internet ed ogni genere di informazione mediatica, ha reso possibile, in questi ultimi anni, la possibilità di studiare posizioni, ammirare "live" le lotte dei più forti professionisti, spazzando ogni dubbio su un movimento o una finalizzazione accedendo a "youtube".
Tutto questo, solo 6-7 anni fa era assolutamente impossibile. Il pionierismo è romantico, ma non è da invidiare, sebbene nessun video potrà mai offrire la "percezione" fisica e la sensibilità di una buona spiegazione sul tatami.
Poter ammirare i leader del Jiu Jitsu mondiale, può peraltro generare un desiderio di imitazione che è una delle cause principali di errori e mancata evoluzione del lottatore.
Ispirarsi alla guardia di Keenan Cornelius può avere un senso se si hanno leve lunghissime ed una flessibilità "anormale", così come "provare" i movimenti di Buchecha non porterà risultati su un atleta leggero e, viceversa, quelli di Cobrinha saranno impossibili per un Peso Massimo.
L'obiettivo di un buon lottatore è, a mio modesto parere, quello di sviluppare delle buone posizioni, "PERSONALIZZANDO" il Jiu Jitsu sul proprio fisico e stile, in maniera da renderlo come un indumento che aderisca perfettamente sul nostro fisico.
I più grandi campioni hanno creato un Jiu Jitsu loro, magari traendo spunto da lottatori a loro affini per stile, ma non hanno mai fotocopiato la maniera di lottare del lottatore che pure tanto apprezzavano ed ammiravano.
Un Jiu Jitsu con delle solide basi, su cui progressivamente lavorare, aggiungendo un tassello al giorno e, perché no, magari applicandosi su una tecnica per giorni e giorni...solo una.
Ma quello è Judo, dimenticavo...

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