mercoledì 13 giugno 2012

La paranoia da cintura nel Jiu Jitsu


Il passaggio ad una cintura superiore è sempre un momento di grande attesa e soddisfazione, dietro il quale ci sono sempre mesi o anni di sacrifici, sudore e passione.
In occasione del'ultimo seminario, oltre al sottoscritto, hanno ottenuto la cintura superiore Andrea e Simone. Il primo ha guadagnato la blu, mentre il secondo la viola.
Andrea e Simone sono tra i più appassionati praticanti della nostra Accademia. Simone, tra lavoro notturno e serale, trova sempre il tempo di un allenamento al giorno, sia esso durante le regolari classi serali, oppure il Mercoledì, quando non la Domenica mattina. 
Andrea si allena 7/7, aggiungendo cardio e condizionamento al suo lavoro tecnico.
Entrambi sono tornati da un amaro Europeo, esperienza che ha dato loro ulteriore energia per cimentarsi in tutte le gare a tiro (Campionati Italiani di Grappling, Torino Challenge, Roma Challenge). Entrambi sono per me dei punti di riferimento per la correttezza, la lealtà e la fiducia che hanno sempre dimostrato in ogni frangente. Non sono mai stati protagonisti di lamentele o commenti negativi (affare peraltro quasi inesistente nei nostri ranghi, e lo dico con orgoglio).
Se non fossero stati promossi, ci scommetterei, avrebbero accettato comunque la decisione senza polemiche o mugugni. E questo li rende dei veri marzialisti e degli uomini di valore, oltre ad essere un riferimento sicuro per la nostra Accademia e per me.
Desidero poi menzionare Erno, che ha preso il terzo grado nella cintura azzurra, che, con grande umiltà, ha ammesso di aver ricevuto il grado come una piacevole ed inattesa sorpresa, Christian, che appartiene a quella schiera di "pretoriani" leali di cui parlavo prima ed Alessandro, che, più giovane di tutti, ha dato la risposta migliore: "Io vengo qui per allenarmi, delle cinture non mi interessa, non lotto per quello. Quando la prenderò sarò contento". E chi frequenta i nostri corsi conosce il valore e quanto hanno dato e danno questi ragazzi.
Il senso delle cinture e dei gradi è stato più volte espresso e va oltre la sola abilità nel lottare o nel competere. Per molti è solo un punto di partenza, per altri è un punto di arrivo. E ricordo che "l'ansia della cintura" è molto propria dei bambini, che necessitano di stimoli e gratificazioni, necessità che, con l'età adulta, normalmente si indeboliscono.
I migliori si raffrontano sempre con i più forti, guardando avanti, i peggiori con i più deboli, guardando chi è dietro.
Buon Jiu Jitsu a tutti.

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