martedì 8 giugno 2010

Michele Bottai: un giovane leone delle MMA


Michele Bottai è uno dei volti nuovi delle MMA italiane ed un fighter moderno (leggerete nell’intervista che ha combattuto in quasi tutti gli sport da combattimento). Si tratta infatti di un combattente molto spettacolare, in possesso di una Muay Thai di ottimo livello e di un Grappling in costante miglioramento.
Michele si allena al Kurosaki Dojo di Pisa, sotto la guida di Giannessi e Cecconi.
Appartiene ad una generazione di giovani fighters, mediatici e comunicativi, fedeli agli eventi italiani dove sono nati e cresciuti, ma sempre pronti a testarsi in ogni arena.
Al Dangerous Zone dello scorso Maggio, assieme a Santagostino, ha dato vita ad un match di grandissimo livello spettacolare e tecnico, in una battaglia durata dieci minuti.
Ciao Michele, innanzitutto come stai?
Sono in forma e sto bene, grazie. Pronto per combattere ancora.

Parlaci di te, del tuo background, di come ti alleni e dei tuoi prossimi impegni
Ho 25 anni e pratico arti marziali da sempre.
Dopo molti anni di Karate, mio padre è cintura nera di questa disciplina, sono passato al Pugilato a 13 anni. Dopo poche settimane sono però transitato nella Muay Thai, disciplina che ritenevo mi potesse completare meglio.
Ho cominciato a competere verso fine 2005 nel K1 e nel 2006 è arrivato il titolo italiano Thaiboxe, dopo il quale ho avuto un periodo di stop di 2 anni, a causa di alcuni problemi fisici.
Sono tornato sul ring nuovamente nel 2009, vincendo il titolo italiano K1, periodo nel quale ho incominciato ad avvicinarmi anche alle MMA.
Attualmente ho 26 mach all’attivo, 7 dei quali da professionista con 24 vittorie e due sconfitte.

Incarni l’ideale del fighter moderno. Combatti di K1, di Thai, di Grappling e di MMA. Tra queste quale è la disciplina che prediligi e per quali motivi?
Come agonista ho combattuto in tutti gli stili a parte il Full Contact. Prediligo la Muay Thai o il K1, ma guardo con molto interesse le MMA, che secondo me diventeranno lo sport da combattimento numero uno in Italia.
Il tuo match con Santagostino è stato davvero molto spettacolare. Hai vinto, ma credo che nel Grappling, ad esempio, devi essere più competitivo. Sei d’accordo?
Il mach con Mauro è stato molto bello e duro a livello fisico, senza un attimo di respiro e con continui capovolgimenti. Effettivamente le mie conoscenze del combattimento a terra sono ancora modeste, il minimo idispensabile per non farsi finalizzare ma ancora insufficienti per portare il mio avversario al suolo. Per migliorare sto facendo competizioni di Grappling e credo e spero che il tempo porterà i suoi frutti.

Rappresenti una generazione di fighters di MMA giovane, pronta a farsi onore. Quali sono i tuoi obiettivi da qui a fine anno e quelli a più lungo termine?
Sono un ragazzo umile, per cui mi limito a dare il massimo in ogni competizione che mi viene proposta. Conosco le mie potenzialità, ma non sono un sognatore o uno sbruffone. Mi sacrifico e combatto dando tutto, poi, ovvio, mi piacerebbe fare la carriera di Petrosyan, ma questo è l’obiettivo che accomuna gran parte dei fighters, quindi preferisco stare con i piedi per terra.

Che regime di allenamento segui in vista di un match e con chi ti alleni?
Mi alleno ogni giorno almeno 2-3 ore e sono seguito molto bene dai miei due allenatori Giannessi e Cecconi, ma colgo l’occasione per ringraziare tutti in particolar modo D’Alessio che è l’attuale campione del mondo di shootboxe, Neri,Bacci che mi seguono per quanto riguarda le MMA, e poi Gagliotti che si dedica completamente a me per quanto rigurda la Muay Thai. Il Kurosaki Dojo è una grande famiglia ed una grande squadra!

In che categoria di peso combatti e attraverso quale dieta lo raggiungi?
Il mio peso forma naturale è 70 kg, ma il 12 Giugno sarò in Francia a disputare il titolo europeo di Muay Thai professionisti nella categoria 68kg e scendere di due chili per me non è affatto facile. Seguo una dieta a base di riso integrale e carna bianca, senza condimenti.
Seguire puntigliosamente la dieta è veramente dura!!

Da atleta, che cosa credi si debba e si possa migliorare negli Sport da Combattimento in Italia?
La differenza che più noto rispetto all’estero è la borsa dei match. Qui da noi di fatto non esistono borse, soprattutto se consideriamo i rischi che corrono gli atleti in queste discipline. Qualche soldo sarebbe poi un buon incentivo per invogliare nuove leve.
In secondo luogo la scelta degli accoppiamenti spesso è fatta in modo poco serio ed in maniera squilibrata, senza considerare quanto possa essere pericoloso un accoppiamento sbilanciato.

Hai un ampio seguito di amici e tifosi, cosa rara per chi combatte nelle MMA.  Che cosa ti rende così amato dal pubblico?
Si ho molti fans, a volte mi stupisco anch’io di questo perchè trovo persone che mi riconoscono e mi salutano anche fuori dalla mia città. Queste sono piccole cose, ma sono quelle che ti danno una grande carica, anche nelle situazioni più difficili, come ad esempio nella preparazione dei match.
Credo di piacere al pubblico perchè, come dici tu, rispecchio la tipologia del fighter moderno, che combatte in tutte le discipline, affrontando ogni sfida con estrema grinta e cattiveria “sportiva”, ma allo stesso tempo con umiltà e rispetto per il mio avversario.

Una rivincita con Santagostino?
Una rivincita? Perchè no! Mi sono aggiudicato la vittoria ed è stato un match bello e duro, ma avrei voluto fare di più, quindi non mi sono esaltato per la vittoria…e poi una rivincita non la negherei mai a nessuno
Complimenti a te ed al tuo team. In bocca al lupo per il futuro.
Grazie a te, Dino. CREPI IL LUPO!! Volevo infine ringraziare la mia ragazza, che mi supporta e sopporta durante la preparazione dei miei combattimenti.

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