Fedor Emelianenko assaggia l'amaro calice della sconfitta, per mano del brasiliano Fabricio Werdum, in un match che è durato 69 secondi.
Già in altre occasioni aveva rischiato di perdere e, nei recenti match con Arlovski e Rogers si era intravista qualche ombra.
Questa è peraltro la prima vera sconfitta del russo, che in una precedente occasione venne dichiarato sconfitto (si ferì fortuitamente nei primissimi scambi con Kohsaka). Il match avrebbe dovuto essere un "no contest", ma per permettere la continuazione della serata, organizzata con formula a torneo, Fedor venne dato perdente.
Quella "sconfitta" venne poi brutalmente vendicata cinque anni dopo, al Pride.
Campione di strategia, Fedor stavolta ha umanizzato il suo tratto, commettendo un grave errore.
Come già altre volte accaduto, al gong, dopo una brevissima fase di studio, Fedor ha portato una serie a due mani. Sul destro Werdum è andato a terra e Fedor l'ha seguito con la consueta veemenza ed aggressività, nel tentativo di chiudere rapidamente il match, commettendo però il gravissimo errore di entrare nella guardia del brasiliano in maniera scomposta. Werdum ha quindi tentato un armbar dalla guardia e, nel movimento sucessivo si è rovesciato ed è riuscito ad incastrare un perfetto triangolo, sul quale Fedor ha "battuto" dopo una stoica resistenza.
I più attenti si erano accorti alla vigilia dei pericoli che poteva rappresentare il match con Werdum, un fighter non troppo veloce, ma con un Jiu Jitsu pericolosissimo e, per risultati, assai migliore di quello di Minotauro, su cui Fedor ha costruito due vittorie schiaccianti. Werdum, pochi lo ricordano, ha battuto Overeem ed ha perso con Minotauro per decisione, Minotauro che rifiutò sempre il combattimento al suolo.
Il russo è apparso in conferenza stampa con la consueta serenità e modestia, ammettendo di aver commesso un errore fatale e scusandosi con tutti coloro che avevano creduto in lui e gli avevavo dato fiducia.
"Solo chi non cade non si rialza. Hanno fatto di me un idolo, ma tutti perdono", ha detto con sincerità il Campione del Pride, trasmettendo con la sua calma e tranquillità uno dei messaggi più belli per questo sport.
Negli ultimi mesi Fedor ha più volte lasciato intendere di volersi ritirare in tempi brevi, a testimonianza di una certa stanchezza e, forse, di un calo di motivazioni, situazioni congiunte a vari problemi fisici.
Se ci sarà una rivincita, cosa che tutti auspicano, forse torneremo a vedere un Fedor pienamente motivato, sebbene questa sconfitta, pur maturata in maniera rapida e su di un errore, faccia percepire qualche sinistro scricchiolio.
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