Non starò qui ad elencare tutte le possibilità, se non alcune, almeno per avere una idea a quei pochi che già non l'avessero.
Si può lottare con intensità, partendo da una determinata posizione, al fine di migliorarla, in maniera tecnica e via di seguito.
Perché lo sparring sia proficuo, secondo le finalità per le quali è stato organizzato, è indispensabile che il "gioco" e la lotta siano aperti, correndo quei rischi e provando quei movimenti che, se non in palestra, sarebbe ben più difficile "rodare" in un contesto competitivo.
Quando si fa sparring si devono creare quelle aperture che rendano possibile difendere un eventuale attacco, alternando poi situazioni nelle quali il confronto si fa più serrato, lasciando il minimo margine al compagno di pratica.
Vieira, alla mia domanda se avesse difficoltà ad allenarsi, essendo non solo fortissimo, ma anche sul quintale, mi rispose che il suo modo di praticare era sempre molto aperto, confermandomi un vecchio post che misi qui quelche tempo fa, nel quale asseriva di allenarsi sempre in maniera aperta, pronto a lasciare aperture, in maniera da potersi difendere. Questa modalità lo costringeva spesso a battere, anche con lottatori ben inferiori al suo calibro.
Lottare in maniera decisa ma aperta obbliga purtroppo a sentire frasi del tipo: "Stavo andando piano". E' questa una espressione che denota, innanzitutto, una mancanza di riguardo e rispetto verso chi sta lottando con noi, oltre ad essere un attestato di presunzione, fosse anche vero che si stia "rollando" senza portare il cuore a 200 battiti al minuto.
Ciascuno sa, in cuor suo, con che ritmo e quali finalità si sta muovendo e non esiste alcuna motivazione che renda plausibile dire "non stavo forzando", salvo poi essere "smascherati" da una pressante mancanza d'aria.
Tutte le volte che sento una frase del genere ottengo almeno una certezza: che tanto adagio il tipo non stesse andando.
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