Un paio di minuti della routine di allenamento di Rousimar Palhares, cintura nera di Jiu Jitsu e fighter dell'UFC.
Carichi impressionanti e, soprattutto, la dichiarazione finale del suo coach: "Questa settimana si allenerà 13 volte!".
Ovviamente Palhares è un fighter professionista, pagato per allenarsi e per combattere, ma il messaggio che trasmette vale per tutti: per essere pronti alla battaglia ci si deve allenare bene, calibrando comunque il regime sulle proprie capacità ed arrivando ad intensità maggiori in maniera progressiva e costante.
Del resto, allenamento funzionale (con intensità molto elevate e movimenti propedeutici alla disciplina) e Jiu Jitsu vanno a braccetto da qualche anno ormai.
Da noi chi combatte o fa le gare si allena con grande impegno, secondo l'esempio che ci proviene da tutti i team e gli atleti che sono al top, in Italia ed a livello internazionale. E i risultati ci hanno dato e ci danno pienamente ragione. Non conosco atleti che abbiano ottenuto risultati di prestigio senza aver gettato litri di sudore sul tatami. I nostri ragazzi arrivano nelle migliori condizioni possibili alle gare e non ricordo di infortuni occorsi durante la preparazione. Lo sparring stesso è gestito in maniera tale da ridurre al minimo i possibili rischi, pur capitandomi di sentire che in alcuni luoghi avvengono dei massacri durante la parte di "rolling". Non ricordo di qualcuno che abbia dovuto rinunciare ad una competizione perché acciaccato (a parte il sottoscritto, che però ha una veneranda età). Il Jiu Jitsu, peraltro, è un'Arte Marziale sicura.
Sono gli stessi agonisti di livello fisico ed atletico più evoluto a volersi dedicare e preparare adeguatamente. E' grazie a ciò se siamo anche minimamente riconoscibili a livello internazionale (Shaolin docet). Grazie ai risultati ed al buon lavoro svolto fino ad oggi.
La parte del gruppo che predilige una attività amatoriale indirizza il proprio allenamento più sulla parte tecnica e pratica, senza eccessive tensioni, così come chi, per età o condizioni fisiche, preferisca gestire la sessione in maniera più leggera.
"Il Jiu Jitsu è divertente ed accessibile a tutti, ma se vuoi prenderlo seriamente e vuoi competere è uno sport in cui devi allenarti molto duramente", firmato Dean Lister.
Del resto, allenamento funzionale (con intensità molto elevate e movimenti propedeutici alla disciplina) e Jiu Jitsu vanno a braccetto da qualche anno ormai.
Da noi chi combatte o fa le gare si allena con grande impegno, secondo l'esempio che ci proviene da tutti i team e gli atleti che sono al top, in Italia ed a livello internazionale. E i risultati ci hanno dato e ci danno pienamente ragione. Non conosco atleti che abbiano ottenuto risultati di prestigio senza aver gettato litri di sudore sul tatami. I nostri ragazzi arrivano nelle migliori condizioni possibili alle gare e non ricordo di infortuni occorsi durante la preparazione. Lo sparring stesso è gestito in maniera tale da ridurre al minimo i possibili rischi, pur capitandomi di sentire che in alcuni luoghi avvengono dei massacri durante la parte di "rolling". Non ricordo di qualcuno che abbia dovuto rinunciare ad una competizione perché acciaccato (a parte il sottoscritto, che però ha una veneranda età). Il Jiu Jitsu, peraltro, è un'Arte Marziale sicura.
Sono gli stessi agonisti di livello fisico ed atletico più evoluto a volersi dedicare e preparare adeguatamente. E' grazie a ciò se siamo anche minimamente riconoscibili a livello internazionale (Shaolin docet). Grazie ai risultati ed al buon lavoro svolto fino ad oggi.
La parte del gruppo che predilige una attività amatoriale indirizza il proprio allenamento più sulla parte tecnica e pratica, senza eccessive tensioni, così come chi, per età o condizioni fisiche, preferisca gestire la sessione in maniera più leggera.
"Il Jiu Jitsu è divertente ed accessibile a tutti, ma se vuoi prenderlo seriamente e vuoi competere è uno sport in cui devi allenarti molto duramente", firmato Dean Lister.
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